Una giornata all’insegna della reggae music quella che ha aperto la trentesima edizione dell’Arezzo Wave, storica rassegna musicale toscana che negli anni ha saputo spostarsi non solo tra Firenze e Livorno ma anche in Salento, per poi tornare a casa, esattamente a San Giustino Valdarno.
Non era la prima volta che i ritmi in levare risuonavano in questo festival ed infatti è ancora fresco il ricordo del concerto che Julian Marley tenne allo stadio di Livorno nell’estate del 2010. Questa volta si è voluto fare molto di più e Arezzo Wave si è fuso con il Rototom Sunsplash per una serata denominata Arezzo Rototom Wave.
Già dal pomeriggio è la musica a fare da padrona anche se i ritmi reggae inizieranno con il calare del sole con il coinvolgente live dei Devon and Jah Brothers, reggae band riminese arrivata a solcare il palco dell’Arezzo Wave grazie alla vittoria dell’Arezzo Wave Band, contest rivolto alle band emergenti italiane e che, per il reggae, ha avuto come lo scorso anno una forte collaborazione proprio con il Rototom. Purtroppo l’autostrada bloccata ci fa perdere gran parte dell’esibizione dei Devon and Jah Brothers ma speriamo di rifarci presto, iniziando da Benicassim il prossimo agosto dove la formazione capitanata dal cantante nigeriano Devon Miles si esibirà proprio come vincitrice del contest.
Sono passate le 21 da una decina di minuti ed ecco sul palco, direttamente dalla Sardegna, i Train To Roots che con il loro Home tour fanno nuovamente sosta in terra toscana. Bujumannu e Rootsman I non hanno certo bisogno di presentazioni ed il loro show lo conosciamo bene: si parte un po’ più piano ma il finale è pazzesco con salti e maglie che sventolano al cielo. Tra riflessioni sulla legalizzazione della marijuana e battute divertenti si ascoltano brani anche più datati, rispetto all’ultimo disco Home, come Shame o Smoke Weeda.
Lo show dei TTR dura appena un’ora perché sul palco si devono esibirsi anche altri artisti tra cui il leggendario Max Romeo. Il giamaicano, rispetto alle precedenti tappe, si esibisce in solitario senza essere accompagnato dai suoi figli Xana, Azizi e Romax ma comunque supportato dall’ottima band e dalle strepitose voci delle coriste. Lo show presenta comunque una scaletta identica ai precedenti concerti dove riconosciamo i più grandi successi Selassie I Forever, War Ina Babylon, My Jamaican Collie, Righteous Path, Public Enemy Number One e Rate Rasta. Il pubblico ne vuole ancora e dopo che tutta la band ha abbandonato il palco, il bis è dovuto con l’immancabile Chase the Devil che Max Romeo fa cantare al pubblico e con Jamaican Ska che invece fa muovere anche i più timidi.
I suoni giamaicani si concludono qua lasciando spazio ad altre sonorità, in particolare quelle più folk dei Modena City Rambles.