Non sono passate neanche 24 ore dal nostro articolo riguardante la petizione della comunità gay per far annullare il concerto italiano di Sizzla, che ci sono stati importanti sviluppi: il concerto, infatti, è stato definitivamente cancellato in seguito alle forti pressioni del Roma Pride.
“Viste le diverse preoccupazioni mosse nei confronti della sua esibizione da diverse parti sociali e considerate le posizioni di tutte le realtà coinvolte nella manifestazione, è stato deciso di annullare l’esibizione del musicista giamaicano, per rispetto verso i temi sollevati e soprattutto in linea con la propria visione della musica e dell’arte come linguaggio che unisce anziché dividere” è quanto si legge nel comunicato diffuso da Just Music Festival e Ex Dogana.
Una decisione che, inutile negarlo, lascia l’amaro in bocca sopratutto a tutti coloro che si erano già organizzati per partecipare ad un evento di grande spessore, considerato che quella romana era l’unica data europea di Sizzla. Ma quello che lascia più amaro in bocca sono le parole che si leggono nelle varie note diffuse ed in particolare non ci spieghiamo il perché vengono organizzati questi concerti se il passato di questi artisti è noto a tutti. Ed infatti poi vengono puntualmente annullati.
Concludiamo riportando, inoltre, il passo che si legge nella nota di Pride Online: “Pur non capendo quale confronto culturale possa esserci con chi vuole “sparare ai froci“, non ci resta che accogliere con soddisfazione la notizia”. Non si tratta di confronto culturale ma semplicemente di dare una possibilità, di cercare di essere migliori delle persone cui si punta contro il dito e cercare di non creare ancor più intolleranza ma apertura e dialogo, con il quale spesso si riesce a far cambiare idea anche a chi è cresciuto in un sistema ben lontano dalla nostra cultura.